Educazione alimentare e menopausa: la storia vera di Irene

Irene è una donna di 60 anni, è un’operaia e trascorre otto ore al giorno in piedi davanti a un bancone ad assemblare ingranaggi meccanici. Da circa sei anni è in menopausa e da allora non si riconosce più.
È entrata nel mio ambulatorio accompagnata dal marito, con lo sguardo di chi ha provato di tutto senza ottenere risultati. Si è seduta davanti a me e, con un sospiro, mi ha detto: «Da circa sei anni non mi sento più nei miei panni».
Sintomi e difficoltà in menopausa
Negli ultimi mesi la situazione è peggiorata: è ingrassata di otto chili, concentrati soprattutto sull’addome, nonostante mangi “come sempre”. Le vampate di calore la svegliano tre o quattro volte per notte, lasciandola esausta durante il giorno. Si sente gonfia e irritabile e ha iniziato a evitare situazioni sociali perché “niente le sta più bene”. «Ho provato a mangiare meno», mi ha raccontato. «Saltavo la colazione, mangiavo solo insalata a pranzo; poi la sera arrivavo affamata e svuotavo il frigorifero. E comunque non perdevo un etto».
Il metodo: educazione alimentare, non dieta
Durante il nostro incontro ho ascoltato a lungo la sua storia e le ho spiegato che, in menopausa, il corpo femminile attraversa una rivoluzione metabolica: il calo degli estrogeni rallenta il metabolismo, favorisce l’accumulo di grasso addominale e può intensificare l’infiammazione.
Ma ho anche sottolineato una cosa fondamentale:
«Non è colpa tua e, soprattutto, non sei impotente».
Irene è scettica: «Ho già provato tante cose», mi ha detto con un filo di rassegnazione.
«Lo so», le ho risposto. «Ma questa volta non faremo una dieta: faremo educazione alimentare. Ti insegnerò come nutrire il tuo corpo in questa nuova fase, non come privarlo».
Abbiamo iniziato dalle basi. Le ho spiegato l’importanza di non saltare i pasti, specialmente la colazione: «Il tuo metabolismo ha bisogno di essere riattivato al mattino».
Colazione e ritmo del metabolismo
Nelle prime due settimane Irene ha perso tre chili, stava benissimo e aveva energia da vendere. Ma ben presto le difficoltà non sono mancate. Alla terza settimana Irene mi ha chiamata quasi in lacrime: «Ho avuto una giornata terribile al lavoro e ho mangiato una confezione intera di biscotti».
Fitoestrogeni nella dieta
Le ho parlato dell’importanza dei fitoestrogeni — semi di lino, soia, legumi — che possono aiutare a modulare i sintomi della menopausa in modo naturale. «Va bene», le ho detto. «Non è un fallimento: è un momento di difficoltà. Domani si ricomincia, senza sensi di colpa. L’educazione alimentare non è perfezione, è consapevolezza.Ti insegnerò come nutrire il tuo corpo in questa nuova fase, non come privarlo».
Abbiamo lavorato insieme su strategie per gestire lo stress emotivo senza ricorrere al cibo: una passeggiata, una telefonata a un’amica, una tisana calda. Le ho insegnato a distinguere la fame emotiva da quella fisica.
Gli ostacoli emotivi e come gestirli
Dopo due mesi, quando Irene è tornata nel mio ambulatorio, ho visto una donna diversa. Non solo aveva perso sei chili (ma questo era il dettaglio meno importante), ma aveva un’energia completamente nuova. «Le vampate sono diminuite tantissimo», mi ha raccontato entusiasta. «E dormo molto meglio. Mi sveglio riposata». Il gonfiore addominale è praticamente scomparso e la trasformazione più bella si vede nel suo sguardo: sicuro, sereno, padrone di sé.

Fame emotiva vs fame fisica
Ha ricominciato a cucinare con piacere e a sperimentare ricette nuove. Ha scoperto che i legumi possono essere deliziosi, che una manciata di mandorle è uno spuntino perfetto e che bere acqua regolarmente le dà più energia della terza tazza di caffè.
Sei mesi dopo Irene è venuta a trovarmi per un semplice saluto: ha perso altri tre chili, ma soprattutto ha ritrovato sé stessa. «Ora vado in palestra due volte a settimana», mi ha raccontato. «Prima non avevo le energie nemmeno per pensarci. E sai cosa? Ho ripreso a uscire con le amiche senza l’ansia di cosa ordinare al ristorante. So fare scelte consapevoli».
Il suo rapporto con il cibo è completamente cambiato: non più un nemico da temere o da combattere, ma un alleato prezioso per il suo benessere. Non conta più ossessivamente le calorie: ascolta il suo corpo e rispetta fame e sazietà. «La menopausa mi sembrava la fine», mi ha confidato con gli occhi lucidi. «Invece è stato l’inizio di un nuovo modo di prendermi cura di me. Grazie per avermi insegnato che è possibile».
Cosa possiamo imparare dalla storia di Irene
Guardando Irene uscire dal mio ambulatorio con un sorriso luminoso, ho pensato a quanto sia potente imparare ad alimentarsi. Non si tratta di diete miracolose o di privazioni impossibili: si tratta di conoscenza, consapevolezza e gentilezza verso sé stesse.
Ogni donna in menopausa ha il diritto di sentirsi bene nel proprio corpo, di avere energie e di vivere questa fase con serenità. E spesso basta qualcuno che le insegni come nutrirsi nel modo giusto, rispettando i cambiamenti che il corpo sta attraversando.
La storia di Irene non è unica: è la storia di tante donne che hanno ritrovato il loro equilibrio attraverso un’alimentazione consapevole.
E può essere anche la tua storia.
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Educazione alimentare e menopausa: domande frequenti
È normale aumentare di peso in menopausa anche se mangio come prima?
Sì, è frequente. Il calo degli estrogeni modifica la distribuzione del grasso e può rallentare il metabolismo. Con un percorso di educazione alimentare e abitudini sostenibili è possibile migliorare composizione corporea, energia e sintomi.
Che cosa posso mangiare a colazione per riattivare il metabolismo?
Punta a una colazione completa e bilanciata: una fonte di proteine (yogurt, uova, formaggio fresco o legumi), carboidrati integrali (pane o fiocchi d’avena) e grassi buoni (frutta secca o semi). Evita di saltarla: aiuta a stabilizzare fame ed energia durante la giornata.
I fitoestrogeni sono sicuri per tutte?
Possono essere utili (soia, semi di lino, legumi), ma non sostituiscono terapie mediche. Se assumi farmaci o hai una storia di patologie ormono-sensibili, confrontati con il tuo medico prima di aumentare le quantità. L’obiettivo è inserirli con misura in una dieta varia.
Come distinguo la fame emotiva da quella fisica?
La fame fisica cresce gradualmente, si calma con cibi diversi ed è percepita nello stomaco; la fame emotiva arriva all’improvviso, chiede “quel” cibo e spesso lascia senso di colpa. Strategie utili: una pausa di 10 minuti, bere acqua o una tisana, fare quattro respiri lenti, chiedersi di che cosa ho davvero bisogno.
Se “sgarro”, come posso rimediare?
Non serve compensare con digiuni. Si riparte dal pasto successivo, tornando alle abitudini concordate: proteine ad ogni pasto, verdure, carboidrati integrali e idratazione. Un episodio non annulla il percorso: non è perfezione, è consapevolezza.
In quanto tempo posso vedere risultati?
Dipende dal punto di partenza. Molte persone riferiscono più energia e sonno migliore già dopo 2–4 settimane di abitudini costanti; i cambiamenti di peso richiedono più tempo. Il focus resta su comportamenti sostenibili e sul benessere complessivo.
Serve una dieta rigida o basta l’educazione alimentare?
Le diete rigide funzionano solo nel breve periodo. L’educazione alimentare ti dà strumenti pratici per scegliere in autonomia, adattando porzioni e combinazioni alla tua vita reale. Quando necessario, il percorso viene personalizzato e coordinato con il medico curante.

